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FEDERARCHITETTI SALUTA CON SODDISFAZIONE LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE.

Il prelievo forzoso imposto alle Casse Previdenziali dal Governo Monti era illegittimo.
E’ la conclusione cui è giunta la Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso della CNPADC, l’Ente pensionistico dei Dottori Commercialisti, con la Sentenza n. 7/2017, depositata l’11 gennaio 2017.
Era del 2012 la manovra voluta dal Governo Monti che stabiliva che “le Casse di previdenza, in quanto inserite nell’elenco Istat, ogni anno avrebbero dovuto adottare interventi di razionalizzazione per la riduzione della spesa per consumi intermedi in modo da assicurare risparmi corrispondenti al 5% per il 2012 e al 10% a partire dal 2013 da riversare, poi, annualmente nelle casse dello Stato”.
Un vero e proprio prelievo forzoso a cui si oppone ormai il diritto sancito dalla sentenza per i commercialista che sarà estesa alle altre Casse dei liberi professionista.
Alcuni aspetti di natura generale emergono dalla sentenza.
Non è ragionevole una deroga all’ordinario regime di autonomia delle Casse sacrificandone gli interessi rispetto ad un “generico e macroeconomicamente esiguo impiego nel bilancio statale”, L’attività svolta dagli Enti di previdenza privati prevede un vincolo funzionale tra contributi degli iscritti e prestazioni previdenziali e, come la Corte ha precisato, è la stessa legge istitutiva delle Casse a chiarire come le stesse debbano sostenersi autonomamente senza ricevere contributi e finanziamenti di carattere pubblico.
Inoltre la Corte ritiene contrario all’art. 97 della Costituzione sottrarre le risorse che la Cassa ha ricevuto dai propri iscritti per finalità previdenziali ed assistenziali per destinarle genericamente allo Stato.
Ed ancora sancisce che i beni delle Casse appartengono agli iscritti, che così hanno costruito un sistema previdenziale privato “meritevole di essere preservato”.

Federarchitetti saluta con soddisfazione l’intervento della Consulta, che restituisce piena e legittima autonomia di gestione di tutte le Casse dei liberi professionisti, e quindi anche a Inarcassa.
Ora riteniamo urgente reclamare il rimborso di quanto illegittimamente versato al fine di utilizzare le somme risparmiate per sostenere le finalità istituzionali di Inarcassa e per favorire nuove iniziative di welfare che possano migliorare la qualità della vita degli iscritti architetti e ingegneri, e dei pensionati.

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