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Dopo l’iniziativa del Presidente Commissione Lavoro del Senato, sen. Sacconi, e quello del Governo a firma del Guardasigilli Orlando, mercoledì scorso è stato presentato un nuovo Disegno di Legge da parte dei Senatori Fuksias e Quagliariello che prevede il riconoscimento del giusto compenso ai professionisti attraverso il ripristino delle tariffe minime.

“L’abolizione dei tariffari minimi – affermano i due senatori nella loro relazione di accompagnamento al testo normativo –  è la mancata previsione di adeguati correttivi e contrappesi, lungi dal creare un mercato più concorrenziale e favorevole ai cittadini, ha prodotto ulteriore confusione, inefficienza e ingiustizia.

Ciò ha favorito infatti la diffusa pratica dell’offerta economica al massimo ribasso sul costo del lavoro, determinando sia perdita di competitività, reddito e valore sociale, di intere categorie professionali, quasi a generare un fenomeno di «emarginazione professionale», sia uno scadimento della qualità delle prestazioni rese. Diversamente si poteva e doveva fare, mentre l’errore è stato replicato nella legge 24 marzo 2012 n. 27, di conversione del cosiddetto «decreto legge Monti sulle liberalizzazioni» (decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1) e con l’introduzione negli ordinamenti professionali di gran parte dei contenuti della cosiddetta «direttiva Bolkestein» sui servizi.”

“La legittimità del sistema delle tariffe – prosegue la relazione –  è stata confermata sia dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea che dalla Corte di cassazione anche in considerazione dell’interpretazione difforme e discrezionale da parte dei giudici di merito nella determinazione dei compensi in sede di contenzioso. Curiosamente i recepimenti delle direttive comunitarie da un lato obbligano giustamente il professionista alla stesura del contratto con esplicitata la chiara pattuizione dei compensi, dall’altra, crea una situazione di asimmetria informativa tra il professionista e il cliente, perché quest’ultimo non dispone di parametri di riferimento certi, emessi dai Ministeri vigilanti per la determinazione della congruità dei compensi. Ad oggi in Italia i liberi professionisti, sono l’unica categoria di lavoratori a non disporre di un criterio valido e certo per la determinazione dei propri compensi professionali.

Alla luce dei principi costituzionali e comunitari vigenti, nonché delle criticità concretamente emerse a seguito dell’incauto recepimento delle direttive europee in materia di liberalizzazione delle professioni, pare opportuno sanare tale situazione, introducendo l’istituto giuridico dell’equo compenso a garanzia del decoro e dignità del professionista, ma anche di trasparenza circa la congruità del compenso richiesto dal medesimo, operazione che il committente può effettuare solo se in grado di comparare quanto richiestogli con dei riferimenti oggettivi.”  

EBIPRO