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Federarchitetti è scesa ieri in piazza, insieme alle altre sigle sindacali, per chiedere al Governo l’introduzione di una normativa sull’equo compenso per i liberi professionisti che sia pari al livello della prestazione professionale svolta nonchè per far porre l’attenzione, dell’attuale classe politica, verso la categoria degli architetti ed ingegneri che, anno dopo anno, vedono erodere i loro redditi per colpa di politiche che stanno riducendo il settore alla soglia di povertà.

“La mobilitazione per ristabilire un equo compenso, – afferma il Presidente Federarchitetti arch. Nazzareno Iarrusso – nasce dopo la pronuncia della Sentenza n. 532/15 della Corte di Giustizia Europea che ha affermato la legittimità, in ambito europeo, dei minimi tariffari inderogabili.

La continua erosione dei redditi, la mancanza di agevolazioni in conto capitale e di strumenti finanziari, l’estensione dello split payment anche ai professionisti a partire dal prossimo 1° luglio, non consentono di effettuare investimenti per la crescita nel nostro settore costituito da oltre il 80 % da studi di piccolisime dimensioni.

La protesta di piazza è un punto di partenza per rivendicare la nostra dignità di lavoratori, ormai troppo spesso sfacciatamente calpestata dagli interessi delle imprese o degli altri poteri che dettano, ormai da tempo, l’agenda ai governi di turno.”.

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