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Federarchitetti scrive al Capo del Governo Gentiloni e ai due presidenti della Commissione Bilancio della Camera e del Senato, rispettivamente l’on. Francesco Boccia e il sen. Giorgio Tonini, per protestare contro l’attivazione, dal 1° luglio 2017,  dello “Split Payment” dell’IVA anche per i liberi professionisti a favore di tutte le pubbliche amministrazioni, ivi comprese le società quotate.

“Tra il 2007 ed oggi – puntualizza il Presidente Federarchitetti arch. Nazzareno Iarrusso – il settore dei servizi di architettura ed ingegneria è crollato verticalmente ed il reddito degli ingegneri ed architetti ne ha risentito negativamente nella misura tra il 33% ed il 41 %, con soglie più gravi se si considerano le aree del nord ed il sud del Paese; tutto ciò sta   provocando  un aumento del numero di architetti con un reddito inferiore ad euro 9 mila (dal 31,8% del 2013 al 34% del 2015), ovvero al di sotto della soglia stabilita di povertà.

La disposizione sulla “Split Payment” dell’IVA, contenuta all’art. 1 del Decreto Legge di cui in oggetto, in corso di approvazione al Senato, graverà ulteriormente sulla sostenibilità finanziaria degli studi professionali degli architetti ed ingegneri che già oggi in fattura vedono applicarsi la ritenuta d’acconto dell’IRPEF al 20 % sull’imponibile e che, con la nuova norma, arriveranno ad anticipare allo Stato un importo di oltre il 40 % rispetto a quella ad essi dovuto, con serie ripercussioni negative sugli investimenti necessari per la crescita del settore che non ha mai ricevuto un sostegno dallo Stato.

Si sottolinea – prosegue il Presidente Federarchitetti – che il provvedimento non arrecherà benefici sostanziali all’Erario poiché le norme contenute dal Decreto legge n. 193/2016 già da quest’anno prevedono l’obbligo della comunicazione e liquidazione dell’IVA trimestrale congiuntamente allo spesometro da parte degli architetti ed ingegneri (e di tutti gli altri contribuenti) e, quindi, del versamento delle somme dovute allo Stato in tempi inferiori a quelli previsti negli anni precedenti. Inoltre, con il provvedimento legislativo in corso di approvazione lo Stato dovrà sostenere ulteriori costi per l’attuazione del dispositivo normativo che attualmente invece gravano solo sui contribuenti che autoliquidano l’imposta dovuta.”

EBIPRO