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E’ circa un mese che il Parlamento ha approvato lo scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro per finanziare il decreto Ristori 5, nel quale sono previsti interventi a favore dei lavoratori autonomi e partite IVA, ma, per l’intervenuta crisi di governo, il decreto ad oggi ancora non è stato emanato.

Il nuovo provvedimento governativo dovrebbe prevedere l’erogazione di un bonus da 1000 euro per i possessori di partita IVA e lavoratori autonomi, intermittenti, stagionali oltre a contributi a fondo perduto per chi non ha codice Ateco.

Il bonus da 1000 euro si prevede che sarà erogato a tutti i possessori di partita IVA, aperta da almeno tre anni, con un reddito inferiore ai 50 mila euro ed in regola con il pagamento dei contributi previdenziali e che hanno avuto un calo di fatturato di almeno il 33 % nel 2020.

Qualora il provvedimento fosse emanato secondo questi indirizzi, risulterebbero ingiustificatamente fuori dagli indennizzi i giovani iscritti (in possesso della partita IVA da meno di 3 anni) e coloro che sono morosi nei confronti della propria cassa di previdenza e, nel caso degli architetti ed ingegneri liberi professionisti, nei confronti di Inarcassa.

Per tal motivo Federarchitetti ha inoltrato una lettera al capo del nuovo governo, che di seguito si riporta, per eliminare le incongruenze riscontrabili nella bozza del decreto ristori 5 auspicando l’accoglimento della proposta.

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