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Confedertecnica, con un documento di analisi e studio per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei dipendenti  degli studi professionali, elaborato dalla stessa con il contributo del Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi quantitativi (DEMM) dell’Università del Sannio, ha effettuato una riflessione sulle problematiche attinenti lo sviluppo degli studi professionali ed in particolar modo per quelli dell’area tecnica di sua pertinenza.

Il documento è stato inviato alle altre parti sociali per iniziare un confronto costruttivo sulle dinamiche economiche ed organizzative degli studi professionali anche alla luce delle conseguenze derivanti dall’emergenza sanitaria di quest’ultimo anno.

“L’elaborazione di una nuova regolamentazione contrattuale collettiva per gli studi professionali – riporta il documento – deve partire dalla consapevolezza delle specificità del mondo delle professioni tecniche, avendo come riferimento, innanzitutto, la fisionomia delle relazioni di lavoro attualmente preponderanti nella prassi e, in secondo luogo, le principali problematiche che gli studi professionali e i professionisti incontrano nelle diverse fasi del rapporto di lavoro.

Vi sono alcuni dati di partenza che occorre considerare per avere contezza dei caratteri principali del mondo delle professioni, emersi chiaramente sia dai più recenti rapporti delle professioni tecniche elaborati dalle relative associazioni che dalle ultime analisi svolte dalle principali organizzazioni di rappresentanza dei professionisti; si intende far riferimento alla sussistenza di:

Le principali problematiche di ordine generale da affrontare sono le seguenti: Nell’approcciarsi ad una nuova regolamentazione contrattuale che guardi alla fisiologia e alla patologia del mondo delle professioni tecniche si ritiene, inoltre, necessario fissare un obiettivo di più ampio respiro; a tal riguardo è utile richiamare il cd. obiettivo condiviso che nel 2011 ha ispirato la contrattazione collettiva del settore e che, anche se non espressamente riprodotto nel CCNL del 2015, sembra poter continuare ad orientare fruttuosamente la regolazione negoziale; ci si riferisce al dichiarato scopo di “stabilizzare, qualificare e fidelizzare la forza lavoro del settore valorizzando le potenzialità professionali e occupazionali, in particolare dei giovani, mediante interventi che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e consentano, governandola, una maggiore flessibilità nell’impiego dei lavoratori”.”

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