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E’ iniziata dal 24 ottobre una collaborazione tra Confedertecnica e Dipartimento DEMM dell’Università degli Studi del Sannio, che si prevede fondamentale nella lotta, avviata da Federarchitetti, per la riabilitazione delle libere professioni tecniche in Italia. Cresce la presa d’atto delle disfunzioni che sempre di più caratterizzano il rapporto tra liberi professionisti del mondo progettuale ed Enti istituzionali, sia in veste di legislatori sia di committenti. Architetti, Ingegneri, Geometri, Periti e costruttori, scelgono finalmente di essere uniti nella denuncia della forte crisi in cui versa la professione e si rivolgono agli economisti per elaborare proposte concrete da presentare al Governo: questo in sostanza il tema del primo di una serie di incontri seminariali, tenutosi a Benevento nella sala convegni del Palazzo de Simone, intitolato “Il futuro delle professioni Tecniche in Italia: opportunità e rischi delle nuove regole del lavoro“. L’evento è valso anche come seminario formativo accreditante dei professionisti delle categorie citate, ed ha visto per la prima volta la partecipazione congiunta del DEMM, diretto da Giuseppe Marotta, di Enrico Stasi, Calogero Lo Castro e Stefano Meo, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario di Confedertecnica e di Nazzareno Iarrusso, presidente di Federarchitetti; di Mario D’Onofrio, presidente di Federgeometri e di Gianfranco Merisio presidente di Federperiti industriali, oltre che di rappresentanti dell’Ordine degli Architetti, dell’Ordine degli Ingegneri, del Collegio dei Geometri e del Collegio dei Periti Industriali di Benevento, a cui si aggiungono l’ANCE, rappresentata da Mario Ferraro e Confprofessioni, con l’avvocato Francesco Mazzella.

Un’occasione feconda per evidenziare soluzioni indispensabili al cambiamento delle politiche del lavoro “non subordinato”, ben poco disciplinato, come ha osservato Mario Cerbone, docente di Diritto del Lavoro all’USS, dal DL 81/2915 sul riordino delle tipologie professionali. Secondo Cerbone, è giunto il momento di rivedere la contrattualità collettiva nazionale e aziendale, integrando la Legge e proponendo un contratto nazionale per i liberi professionisti pensato ad hoc, che unisca la condizione di impiegato part-time alla condizione di lavoratore autonomo non subordinato, garantendo la certezza del pagamento per quei servizi offerti dai progettisti, che oramai sono “a costo zero” per i committenti pubblici. A supporto di questa proposta, lo studio statistico di Guido Tortorella Esposito, docente di Storia del Pensiero Economico alla USS e docente LUISS, che dimostra ampiamente l’anacronismo delle regole economiche su cui si basa l’Unione Europea. Gaetano Natullo, docente di Diritto del Lavoro alla USS, ha rilevato le disfunzioni esistenti attualmente tra il contratto di lavoro parasubordinato e la cosiddetta collaborazione autonoma, soprattutto per le risorse impiegate nelle Società di Progettazione e negli Studi Tecnici. Dal canto loro le forze sindacali non sono state meno decise nella denuncia: per Federarchitetti manca l’attenzione dello Stato verso i tecnici liberi professionisti e il loro operato, nonostante sia frutto di conoscenza e problem solving. La disfunzione più importante, denunciata da Federarchitetti, sta nel diverso trattamento tra tecnici dipendenti dello Stato e tecnici liberi professionisti: se ai primi infatti è riconosciuto il titolo abilitativo all’esercizio della professione che consente di vidimare i progetti senza ulteriori obblighi, i secondi, in possesso degli stessi titoli di studio e di identiche competenze, sono obbligati a dover presentare ulteriore documentazione che dimostrino i requisiti di esperienza, organizzazione, economici, formativi, assicurativi, ecc., peraltro senza garanzie di remunerazione per le prestazioni tecniche a tutti i livelli.

Per Confedertecnica gli aspetti da rivedere riguardano gli studi tecnico-professionali: numero di professionisti necessario per partecipare a gare e concorsi, norme e condizioni di lavoro, formazione. Temi fondamentali soprattutto per i più giovani, necessari per raggiungere l’equiparazione effettiva tra tecnico impiegato e tecnico libero professionista agli occhi della Legge.

Per Stefano Meo le difficoltà aumentano anche di fronte alla discrezionalità legislativa delle Amministrazioni Comunali, in merito ai bandi di affidamento rivolti ai tecnici liberi professionisti. Se da un lato Federgeometri invoca l’unione tra professioni per affrontare al meglio il momento di difficoltà, dall’altro Federperiti industriali sottolinea l’urgenza di una regolamentazione, riportando le previsioni statistiche per il 2025, data entro la quale in Europa ci saranno due milioni di posti di lavoro vacanti nel campo tecnico- ingegneristico. Anche l’ANCE denuncia la crisi della burocrazia statale, principale colpevole delle problematiche tecnico-professionali autonome; il focus degli Ordini e Collegi è stato il seguente: Giampaolo Biele, presidente del Collegio dei Geometri, e Nicola Zotti, Consigliere segretario dell’Ordine degli Ingegneri hanno messo sul tappeto rispettivamente problematiche riguardanti il giusto compenso, dichiarandosi favorevoli al diniego dei permessi in caso di omissione di pagamento al tecnico progettista. Il dibattito che ne è scaturito è stato incentrato sulla necessità di tutelare il lavoro intellettuale come il lavoro materiale e di rivedere i requisiti richiesti ai liberi professionisti e alle Società di Ingegneria nelle gare di progettazione. Infine, che è indispensabile recuperare gli interessi sulle somme dei compensi erogati in forte ritardo dagli Enti Pubblici. Osservazioni appoggiate da Confprofessioni, che critica anche il sistema di tassazione fiscale riservato ai tecnici liberi professionisti.

Insomma, un tavolo di confronto ricco di spunti e soprattutto di proposte concrete d’azione, nel nome dell’unione tra le categorie. Peccato l’assenza degli Enti amministrativi locali, che evidentemente stentano ancora a riconoscere utile il dibattito in corso. I contributi del Governo sono giunti in forma multimediale dall’On. Mattia Fantinati, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri addetto alla Pubblica Amministrazione, che ha parlato di “metodo sostenibile”, meritocrazia e digitalizzazione degli Atti; e dall’ex Ministro del Lavoro On. Cesare Damiano, che ha incitato alla battaglia per l’equo compenso e la revisione del massimo ribasso per l’assegnazione degli Appalti. Il progetto di contratto nazionale di lavoro per tecnici liberi professionisti è argomento di studio dei docenti di Economia dell’Università sannita:l’appuntamento per tutti è per il prossimo seminario formativo. Cristian Perniciano della CGIL si è soffermato invece sulla peculiare dimensione della professionalità di cui sono portatori i lavoratori dell’area tecnica anche nell’ottica di assicurare un apporto qualitativamente adeguato per le opere pubbliche del nostro paese.

Rosanna Biscardi

EBIPRO