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L’Italia è una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” (art.1 della Costituzione), e oggi, PRIMO MAGGIO, è la FESTA DEL LAVORO.

FEDERARCHITETTI augura a tutti i lavoratori, e in particolar modo al comparto dell’edilizia, un lavoro sereno, libero da condizionamenti, con la giusta remunerazione e soprattutto sicuro e senza pericoli.

Auguriamo un futuro sereno anche a tutti i tecnici liberi professionisti, in special modo architetti e ingegneri, che però non sono considerati “lavoratori” dalle nostre istituzioni. Il lavoro autonomo sconta ancora in Italia un pregiudizio che in altri paesi Europei non esiste, e cioè quello di essere una categoria che guadagna profumatamente e che spesso evade le tasse.

Sul primo punto vogliamo ricordare che le statistiche per architetti e ingegneri liberi professionisti, riferite addirittura al periodo pre-pandemia, riportano un reddito medio mensile di circa € 1.100 per un architetto del Sud e € 2.200 per un architetto del Nord, e € 1.900 per un ingegnere del Sud e € 3.800 per un ingegnere del Nord (si vedano i dati ufficiali Inarcassa del 2020).

Sul secondo punto vogliamo sottolineare che, non esistendo una chiara differenziazione statistica sul cosiddetto “tax gap” tra lavoratori autonomi e imprese, l’indice di propensione all’evasione viene assimilato tra le due disomogenee categorie, e accomuna nel pregiudizio un piccolo architetto di provincia ad una multinazionale quotata in borsa (si vedano i Rapporti del Ministero delle Finanze sull’evasione fiscale e contributiva).

E vogliamo anche ricordare che, benché i liberi professionisti siano accomunati alle imprese perché numerici “fornitori di servizi di architettura e ingegneria”, e perché possono attivare team di lavoro sotto forma di “impresa”, in realtà si ritrovano la mattina sul posto di lavoro e sui cantieri al pari dei lavoratori del comparto dell’edilizia, e spesso con minori remunerazioni e con gli stessi pericoli.

È sembrato che dopo la terribile pandemia si fossero attivati meccanismi innovativi per sbloccare il mercato dell’edilizia, attraverso il Superbonus. Ma, benché riteniamo che sia un’opportunità incredibile per la rigenerazione urbana e per la ripresa economica, oggi assistiamo ad un gran numero di professionisti e di imprese che mettono a tavola non cibo ma crediti da poter scontare nei prossimi anni, dato l’improvviso blocco della circolazione dei crediti di imposta. Si rischia il collasso.

FEDERARCHITETTI, in questo primo maggio, augura ai lavoratori tecnici liberi professionisti un lavoro sereno, senza ansie per il futuro e con condizioni almeno analoghe a quelle dei lavoratori che oggi festeggiano il primo maggio, ma anche dei liberi professionisti che operano in paesi civili.

E allora auguriamo di non dover vivere mai più la caotica sequela di decreti e dispositivi che si sono succeduti per il Superbonus dalla prima stesura del Decreto Rilancio ad oggi, una sorta di gioco dell’oca con equivoci interpretativi e riscritture delle regole in corsa. E lo abbiamo denunciato all’indomani del Decreto AntiFrodi (https://www.federarchitetti.it/azioni/federarchitetti-chiede-a-mattarella-il-rispetto-delle-regole-iniziali-per-la-cessione-del-credito-superbonus/ ), chiedendo non già al Governo ma al Presidente della Repubblica di non firmare quello scellerato decreto, rivelatosi il primo atto di un processo che oggi esprime conseguenze nefaste.

Auguriamo che le richieste della categoria vengano prese in esame dal Governo, e che i rappresentanti delle parti sociali siano invitati ai tavoli delle discussioni per apportare il proprio contributo di esperienza, e non essere artatamente esclusi con le motivazioni più grottesche (ma spesso senza neanche una motivazione).

Auguriamo che il dialogo con gli altri attori economici sia franco e senza il peso delle forze finanziarie in gioco, perché in questo momento i grandi players sono le uniche lobby a poter aggiungere una virgola nelle piccole concessioni di modifica dei decreti.

Auguriamo un futuro civile, nel quale la politica sia guidata da chi esprime il lavoro concreto e corale, e non dalla grande finanza speculativa e dai privilegiati che godono delle rendite di posizione.

FEDERARCHITETTI si unisce a questo giorno di Festa dei Lavoratori, perché è anche una nostra festa, manifestando al paese che gli architetti e gli ingegneri hanno la capacità di realizzare il futuro sostenibile delle nostre città, e ricordando che la difesa del lavoro, oltre che di preparazione e di conoscenza, ha bisogno di unione, di forza e di caparbietà per raggiungere l’obiettivo di una coscienza civica e di una cittadinanza attiva e democratica.

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