All’assemblea generale delle professioni sul tema: Equo Compenso e Tutela del Lavoro Autonomo, tenutosi venerdì scorso a Feroleto Antico (CZ), ha partecipato anche Federarchitetti insieme alle altre associazioni di categoria, agli Ordini professionali e Inarcassa, per protestare contro le conseguenze dell’applicazione della sentenza del CdS n. 4614 del 3 ottobre 2017 che prevede incarichi professionali da affidare a titolo gratuito. Tra i vari interventi dei rappresentanti dei massimi esponenti del mondo delle professioni quello dell’arch. Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, si è soffermato ed annunciato alla folla di professionisti presenti in sala che è sua intenzione ricorrere alla Corte Europea per veder riconosciuto il diritto sull’equo compenso.
“E’ di alto valore simbolico – ha esordito il presidente Federarchitetti arch. Nazzareno Iarrusso nel suo intervento – essere qui oggi, sul territorio dove si è consumato il più eclatante atto contro i liberi professionisti, a protestare tutti insieme e nel rispetto reciproco contro disposizioni legislative che offendono la dignità professionale degli architetti ed ingegneri liberi professionisti i quali si trovano sempre più schiacciati ed in una condizione di subalternità psicologica ed economica addirittura ad opera di soggetti pubblici che dovrebbero invece difendere i principi fondamentali non solo della nostra Costituzione ma anche degli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia che tutelano il singolo cittadino.
Siamo lieti di apprendere in questo consesso che anche gli Ordini, ed in particolar modo il CNAPPC, vogliono intraprendere la strada già tracciata dalla Federarchitetti del ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
L’attività lavorativa – ha proseguito il presidente Federarchitetti – specie per le c.d. professioni libere, in quanto volta a produrre reddito, contiene in sé, quale elemento costitutivo, la c.d. aspettativa di guadagno, cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo estende la particolare protezione prevista dall’art. 1, Prot. Addizionale alla C.E.D.U. Pertanto, la sentenza del Consiglio di Stato n. 4614/2017 nei limiti in cui legittima prassi amministrative volte a svuotare la libera professione del suo elemento costituivo essenziale ed imprescindibile, vanificando la c.d. aspettativa di guadagno, è palesemente in contrasto con la citata giurisprudenza della Corte EDU, potendosi dal punto di vista del diritto sostanziale proporre un ricorso che, per usare le parole del Giudice di Strasburgo, sarebbe argomentabile e sostenibile.”
Il Presidente Iarrusso, rivolgendosi all’on. Cesare Damiano presente ai lavori congiuntamente all’on. Serena Pellegrino e firmatario del disegno di legge sull’equo compenso nonché presidente della Commissione Lavoro della Camera, ha chiesto che il disegno di legge sull’equo compenso sia rivolto esclusivamente ai liberi professionisti. “Non vorremo che la nostra battaglia odierna – ha concluso il Presidente della Federarchitetti – sia a vantaggio degli altri soggetti già detentori di altri redditi, quali dipendenti pubblici e docenti, che oggi possono svolgere atti di libera professione considerato che tale possibilità esiste ancora all’interno degli ordini degli Architetti P.P.C e degli Ingegneri.”