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Il presidente Federarchitetti, Nazzareno Iarrusso, ha partecipato ieri a Benevento, congiuntamente al presidente Nazionale Confagricoltura, al vice presidente Coldiretti, al direttore CIA Campania, al Presidente UNCI Agricoltura e ad altri operatori locali, al tavolo di ascolto e confronto “Agricoltura, Ambiente, Territorio” organizzato dall’on. Nunzia De Girolamo al fine di dare voce alle associazioni di categoria, ai rappresentanti istituzionali e degli enti locali, al mondo dell’università e della sanità, alle forze dell’ordine.

Il suolo è un bene non riproducibile da preservare alle generazioni future – ha esordito il presidente Federarchitetti – per cui vi è la necessità che le attività umane siano ecocompatibili ed ecosostenibili in linea con i principi, le politiche e la normativa dell’Unione Europea.

Negli ultimi settant’anni abbiamo assistito ad una crescita urbana focalizzata prettamente sull’edificazione e poca attenta alla salvaguardia delle altri parti del territorio, ovvero all’area agricola, ed oggi, nelle piccole città come Benevento, si rilevano fenomeni dove il costruito è di gran lunga superiore al fabbisogno abitativo per cui vi è la necessità di riammagliare l’esistente, attraverso il suo recupero, e porre maggiore attenzione proprio alle aree esterne a quella urbana.

Un esempio in tal senso la Federarchitetti l’ha sostenuto qualche anno fa proponendo il PUC di Castelvenere (BN) all’interno del “Forum Universale delle Culture del 2014” come nuovo modello di sviluppo basato sulla salvaguardia delle produzioni di pregio. Partendo da dati forniti dal CNR relativi a un lavoro di studio e analisi fatti propri nella redazione del PUC del comune sannita e che ha determinato una zonazione vitivinicola pertinente con le caratteristiche locali e con le aree vinicole di pregio presenti.

Federarchitetti – ha proseguito l’arch. Iarrusso – è molto vicino al mondo agricolo soprattutto per le attività connesse al recupero dei beni culturali che appartengono a questo mondo, come le architetture rurali, e per la salvaguardia del paesaggio.

La civiltà contadina del passato e il suo patrimonio culturale può costituire sviluppo economico del territorio di pertinenza. Sappiamo da anni che una risorsa fondamentale di grossa attrattività del nostro Paese, per la domanda turistica internazionale, è costituita dall’immenso patrimonio artistico, storico, culturale ed ambientale non vi è dubbio che anche le testimonianze delle civiltà contadine facciano parte integrante ed inscindibile dei beni culturali del popolo italiano in generale, le cui radici affondano proprio nelle culture e nelle tradizioni contadine.

Il patrimonio ambientale, i suoi paesaggi, le sue atmosfere che oggi connotano campagne, valli, monti, colline, pianure e migliaia di piccoli borghi nel nostro Paese, sono inoltre il frutto dell’opera e dei sistemi di vita del mondo contadino, sono cioè paesaggi umani che vanno conservati e tramandati alle generazioni future.

In un economia ormai globalizzata, il locale si confronta con il globale e l’integrazione tra i due elementi avviene attraverso l’unicità dell’offerta.

Rispetto ai prodotti industriali e commerciali che possono realizzarsi in qualsiasi posto del mondo, i beni culturali, ambientali e le produzioni tipiche possono offrire questa unicità perchè essi non sono ripetibili essendo collocati solo in quel luogo.

Se al singolo elemento storico, artistico, architettonico, ambientale del territorio si associa la peculiarità dello stesso poiché in esso vi è l’unicità di una veduta, di un paesaggio, di un ambiente, di un prodotto, allora è il territorio stesso che si trasforma e si eleva nel globale divenendo “Identità Locale”.

Ma un piano urbanistico non possiamo redigerlo con un compenso simbolico di un euro, com’è avvenuto recentemente a Catanzaro: non possono ricadere sul professionista tutti gli oneri che sono posti a carico della società.

Noi professionisti dell’area tecnica redigiamo progetti, ovvero prevediamo come hanno desiderato il futuro i nostri clienti e lo realizziamo. Chiediamo pertanto alla politica e allo Stato che allochi le risorse necessarie per la progettazione – ha concluso il Presidente Federarchitetti perchè senza progettazione non c’è una visione di futuro né una crescita economica, territoriale e sociale del nostro Paese.”

EBIPRO