L’Archivio di Stato nella Sede di Benevento ha ospitato, il giorno dieci giugno scorso, il convegno “Le conseguenze degli attraversamenti” in occasione della presentazione del libro “In Limine” ( edizione Clean, Napol), promosso da Federarchitetti, realizzato da Confedertecnica e curato da Maria Luisa Califano (Ordinario Società Psicoanalitica Italiana e IPA), e Roberto Serino (Ordinario di composizione DiArch Unina).
Il tema trattato dal volume è annunciato in copertina da un’immagine che conduce verso un dentro, all’interno della suggestiva Villa Oro a Posillipo (di Cosenza e Rudofsky) affacciata sul mare dall’alto di uno sperone di roccia e in cui si passa da un locale all’altro solo salendo o scendendo scale.
Il convegno di presentazione, organizzato da Federarchitetti con il Centro Napoletano di Psicoanalisi e la casa editrice Clean, ha avuto il patrocinio del Ministero della Cultura ( Archivio di Stato di Benevento), la Regione Campania, L’Amministrazione Provinciale di Bn, L’Ordine degli Architetti di BN e di Confedertecnica. I lavori dell’incontro sono stati introdotti dal Presidente Federarchiteti, arch. Nazzareno Iarrusso, che si è soffermato sull’attualità del tema trattato e sulla necessità di approfondire, con appropriati studi, le conseguenze psicologiche e psichiatriche derivanti dal vivere forzatamente negli ambienti domestici, soprattutto in conseguenza del periodo di pandemia, e come l’architettura e l’architetto devono approcciarsi alla costruzione di nuovi spazi per l’abitare.
Il pomeriggio si è poi animato con le relazioni di: Agostino Bossi ( Ordinario Architettura degli interni-DiArch, UNINA), Emilia D’Antuono ( Ordinario Filosofia Morale-Di Scienze Sociali- UNINA), Di Virginia De Micco (Ordinario Società Psicoanalitica Italiana e IPA), Giovanni Menna Associato di Storia dell’Architettura-DiArch, Unina). Nel corso del dibattito è stata evidenziata la peculiarità del volume “In limine” composto dagli scritti di otto architetti e otto psicoanalisti che, dialogando a distanza, si sono interfacciati con una molteplicità di saperi, ibridati da conoscenze pluridisciplinari.
I relatori hanno a loro volta animato un approfondimento del concetto di limite, percorrendo i peculiari significati che esso assume nei differenti ambiti culturali. La polisemia di questo termine è stata ripresa e gli interventi hanno spaziato dalla differenziazione dei due termine latini di līmĕn e līmĕs, fino ad approfondire il diverso uso che il concetto di limite assume nella filosofia contemporanea.
Molto ha fatto riflettere, il ruolo di primo piano che, dopo la segregazione imposta dalla pandemia, hanno assunto le soglie, gli spazi necessari, anche protettivi, di separazione e passaggio dall’interno all’esterno e vice-versa, dal privato al pubblico.
Sembra prendere forma il bisogno di una nuova ridefinizione del modo stesso di viversi e progettare gli spazi abitativi e urbanistici.
Particolare attenzione è stata riservata, inoltre, al concetto di confine e alla sua valenza come spaziatura e differenza, marcatore delle identità dei popoli che tuttavia deve poter conservare la possibilità di interazione e contaminazione creativa.
Una riflessione è stata rivolta alle ricadute che l’ arbitrarietà dei confini, il loro dissolvimento, il loro attraversamento possono avere nella storia collettiva ed individuale.
Sono state per questo evocate le tragedie che hanno attraversato e stanno attraversando lo scenario internazionale. Nel corso del dibattito, si è delineato la possibilità di continuare uno scambio pluridisciplinare su temi condivisi, a partire dalla specificità dei vari ambiti culturali.