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Conclusa il 25 marzo a Bari – presso la splendida location del The Nicolaus Hotel – la “XII Giornata Nazionale per la Sicurezza nei Cantieri” che ha visto la partecipazione di circa quattrocento professionisti provenienti da tutt’Italia e che ha coinvolto i massimi rappresentanti delle Istituzioni, degli Enti e delle Associazioni di Categoria.

La manifestazione ha ottenuto anche quest’anno la medaglia di adesione del Presidente della Repubblica, oltre ai numerosi patrocini di altri Enti ed Associazioni, ed ha visto partecipare il Ministro del Lavoro, on. Andrea Orlando, con un messaggio inviato ai vertici della Federarchitetti per i lavori della Giornata.

“Mediamente – ha esordito l’arch. Nazzareno Iarrusso Presidente della Federarchitetti – ogni giorno ci sono tre lavoratori che partono da casa, per dare sostentamento alla propria famiglia attraverso il salario che percepiranno, e non vi fanno più ritorno. Storie di vite spezzate che portano con se anche quelle dei propri cari che si trovano, da un giorno all’altro, a veder cambiata la propria esistenza.

Un morto sul lavoro non è diverso da un militare caduto in combattimento. Entrambi sono eroi perché si impegnano fino alla morte nel dovere civico della difesa e crescita della Nazione e, quindi, del bene dell’intera collettività. Il primo lo fa attraverso l’impegno quotidiano della produzione del reddito che, attraverso la sua tassazione, consente alla Nazione di poter far fronte ai fabbisogni collettivi; il secondo mette il suo corpo a difesa fisica degli interessi dell’intera collettività. La differenza tra i due è che il lavoratore non è cosciente che può andare a morire mentre il secondo è addestrato affinché ciò non avvenga.

Allora ci rendiamo conto che occorre svolgere un grande lavoro di maieutica affinché il lavoratore, ogni giorno, porti con se la consapevolezza della possibilità di non ritorno a casa non per colpa del destino ma per mancanza di conoscenza dei rischi che corre nell’effettuare determinate lavorazioni.

L’obiettivo della riduzione degli infortuni e i morti sul lavoro spinge Federarchitetti ogni anno ad organizzare  una “Giornata Nazionale” sul tema della sicurezza nei cantieri in quanto siamo convinti della necessità di un’evoluzione culturale che veda coinvolti sull’argomento non solo i soggetti direttamente interessati, tra i quali i committenti, le imprese i lavoratori e i tecnici, ma l’intera società civile al fine di sensibilizzare le coscienze e finalmente adottare tutte le misure e gli accorgimenti atti a garantire l’incolumità del lavoratore nello svolgimento delle sue attività. Si rammenta che il settore delle costruzioni rappresenta il comparto particolarmente delicato in materia di infortuni sul lavoro per la complessità delle lavorazioni che comportano maggiori rischi e il verificarsi degli incidenti con maggior frequenza. Inoltre, la crescita esponenziale che il settore delle costruzioni sta vivendo in questo periodo grazie agli incentivi fiscali del superbonus e per gli altri interventi, sta di contro facendo aumentare gli incidenti sui cantieri e delle percentuali di morti bianche.

Quest’anno, il tema affidato alla XII Giornata Nazionale per la Sicurezza nei Cantieri che si concluderà a Bari il 25 marzo, dopo la contaminazione dei territori attraverso le nostre Sezioni Territoriali,  è “Educare alla Sicurezza”, che, come accennato in precedenza, attraverso un percorso maieutico dovrebbe condurre il lavoratore e tutti gli stakeholder del settore, attraverso una costante azione di informazione e formazione, a considerare i rischi che possono essere causati da quelle lavorazioni, sia per l’incolumità del lavoratore che per la sua salute nel tempo.

Ci rendiamo allora conto che la riduzione degli infortuni  sul lavoro può avvenire se dialogano costantemente tutti i soggetti coinvolti dove il lavoratore è il fulcro del processo costruttivo e deve essere costantemente ascoltato, formato ed edotto dei rischi che corre nello svolgere le mansioni assegnate, mettendo in secondo piano gli aspetti economici, organizzativi e produttivi dell’impresa.

Pertanto, il momento formativo risulta elemento “nodale” se si vuole effettivamente ridurre i rischi sui luoghi di lavoro e sui cantieri.

I nostri avi ci hanno insegnato che la migliore formazione è data dall’esempio che, nel caso dei cantieri, deve praticarsi direttamente sui luoghi di lavoro o attraverso l’utilizzo di tecnologie che consentono un miglior apprendimento del lavoratore. L’aver separato la parte teorica (formativa) da quella pratica (attività in cantiere) ha fatto apparire, in molti casi, solo burocratico l’adempimento normativo sia per l’impresa che per il lavoratore e gli altri soggetti coinvolti, svilendo l’obiettivo che si prefiggeva il dispositivo legislativo (Dlgs n. 81/08). Il sistema sanzionatorio è efficace se educa chi trasgredisce; se invece viene applicato per far cassa e contribuire alla riduzione del debito dello Stato si svilisce il valore educativo provocando nel trasgressore sfiducia nelle istituzioni e lo induce a trovare sempre nuovi escamotage per non restare vittima del sistema.

Se analizziamo i dati forniti dall’INAIL sugli incidenti sul lavoro sembrerebbe che le imprese di maggior rilievo nazionale e ben attrezzate rispettano pedissequamente la normativa vigente mentre quelle più piccole e poco attrezzate sono quelle in cui avvengono con maggior frequenza gli incidenti sul lavoro. Su queste imprese vi è necessità di focalizzare gli interventi non di tipo sanzionatorio ma di aiuto alla crescita. Occorre evidenziare che oggi si può fare impresa anche senza avere lavoratori. Anzi, sempre con più frequenza assistiamo ad imprese che hanno posizione dominante sul mercato ma che fanno svolgere mansioni lavorative ad altre imprese che sono costrette ad operare in sub appalto e alle condizioni dell’impresa dominante. In questi casi occorre intervenire legislativamente affinché l’impresa dominante trasferisca le risorse adeguate per garantire gli standard di sicurezza dei lavoratori altrimenti, questi soggetti, non riusciranno mai a dedicare il tempo alla formazione delle maestranze poiché concentrate unicamente a far quadrare i conti per gli scarsi margini di guadagno.

L’esperienza ci insegna – ha concluso il Presidente Federarchitetti – che quando l’impresa svolge una costante azione repressiva sui comportamenti impropri delle maestranze, arrivando anche all’applicazione di sanzioni economiche alle stesse, gli infortuni sono ridotti al lumicino o del tutto assenti. Queste imprese, contrariamente a quanto la cultura prevalente crede, riescono anche a fare profitto, essere competitive ed usufruire di contributi, sgravi fiscali e assicurativi. La riduzione dei costi di formazione a carico dei datori di lavoro può essere favorito dalla  stabilizzazione del Fondo Nuove Competenze, recentemente attivato dal Ministero del Lavoro, o dal Recovery Plan in corso di esecuzione.”

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